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Spazio Lavit

Un capannone in disuso alle porte della città rinasce grazie all’accurato restauro conservativo dell’architetto Anna Pedoja.  Un nuovo luogo per cultura, arte, spettacolo, fotografia ed eventi vari come feste, cene, presentazioni aziendali, sfilate e corsi. Lo Spazio Lavit è un accogliente ambiente di 300 mq che si avvale di cucina, camerini, doppi servizi, impianto video, audio, wi-fi e parcheggi. L'ingresso ha un solo gradino facilmente superabile e alla bisogna si apre un passo carraio per introdurre merci o mezzi voluminosi.
Il doppio accesso permette di agevolare il personale di servizio e l’eventuale scarico di merci sul retro. L’ingresso pedonale e carraio, è stato studiato ad hoc mantendendo le piastrelle d’origine dopo averle scurite con effetto micaceo. Dettaglio degno di nota, la presenza di una camera blindata per contenere opere di valore.
La trave portante, resa più leggera dagli intagli, è intesa come continuazione tra l’esterno e l’interno rappresentando un elemento di equilibrio architettonico. In basso, un avvolgicavo elettrico ha assunto la funzione di tavolo multifunzionale che, munito di rotelle può essere spostato a seconda delle esigenze del momento.
Un banco reception, un vecchio bancone da droghiere quando serve diventa banco per i cibi deii vernissage ed un vecchio e caro bancone da falegname diventa bar. Lo spazio è anche dotato di un dispenser da birra, di un sistema di videoproiezione e di audiodiffusione: dotato di un impianto all’avanguardia assicura la possibilità di tenere conferenze, discorsi di presentazione, serate musicali e recital.
Le pareti di colore neutro, attrezzate per l’allestimento mostre, ospitano di volta in volta opere pittoriche o grafiche dando risalto ad ogni materiale, grazie alla disponibilità di luci museali già predisposte.
Uno spazio senza barriere che può adattarsi ai generi artistici più svariati: arti visive contemporane, scultura e pittura; modelli da collezionismo e, naturalmente, fotografia. Il tutto è tenuto sottocontrollo da un sistema di allarme con telecamere collegato alla centrale. 

Il logo

La scelta della denominazione ‘SPAZIO’ ha portato al coinvolgimento dell’artista varesino Giorgio Vicentini. Un personaggio che coinvolge e si lascia coinvolgere.
Un’amicizia già solida ha permesso questa collaborazione per la nascita di un ‘marchio’ frizzante, colorato, brioso. Un creativo originale, fautore di idee curiose e convincenti, dotato di mano agile, adatta all’arte. Le sue opere nascono dal gesto rapido, immediato e diretto.
Abituato a dipingere ed assemblare, a disegnare ed inventare. Abituato a stupire, l’amico Giorgio Vicentini ha stupito anche noi.
Una scritta dinamica, un carattere tipografico inedito, in esclusiva, che conferma la vocazione di questo luogo aperto alle arti, alle idee originali e alle menti creative.

Che eventi ?

Presso lo Spazio Lavit si svolgono moltissimi eventi e di tutti i tipi. Lo spazio viene noleggiato per proiezioni di foto e video, per allestimento set fotografici, per feste, cene e cerimonie, per meeting aziendali, sfilate di moda e presentazione di collezioni, per workshop e molto altro.

Per informazioni sul noleggio dello spazio e servizi annessi Vi invitiamo a contattarci, assieme possiamo studiare come rendere al meglio il vostro evento e come realizzare ciò che avete in mente.

In generale ci possono stare fino a 70 persone sedute a tavola, fino a 99 persone sedute per convegno, fino a 130/150 persone in piedi.

Di seguito alcuni esempi di utilizzo dello spazio

La storia

Uno spazio dinamico che ricorda la ‘factory’ americana, una sede che si presta al cambiamento e all’evoluzione in armonia con l’eleganza e la semplicità dello studio. Una ventata di freschezza, di originalità e di innovazione che si inserisce nel contesto urbano varesino fornendo un luogo d’incontro e scambio culturale.

Un ambiente creato per conoscere e far conoscere, per creare sinergie e proporre eventi di qualità al pubblico cittadino e non.

Anna Pedoja, responsabile del restauro, architetto moderno ha voluto a preservare tutte le travi d’origine e con l’aggiunta del soppalco ha sottolineato la parte alta investendo, in modo costruttivo, sui sei metri di altezza. Realizzato in ferro dalla tonalità di quel verde usato nell’epoca preindustriale, in particolare a Parigi.

La struttura architettonica risulta visivamente leggera e apre una duplice funzione: di ufficio dominante il luogo e di perfetto display per una fra le tante collezioni di Lavit, quella più amata dal titolare, una sessantina di macchinine a pedali di latta risalenti agli anni ‘50. L’intera sala dedicata alle esposizioni si presta ad ogni scenografia, l’aspetto versatile e la funzionalità del luogo si prestano ad ogni genere di creatività.

“Una ristrutturazione che ha richiesto uno studio molto accurato, avendo preso la decisione di togliere un pilastro strutturale che ha richiesto un importante puntellamento della superficie”, spiega l’architetto Pedoja. I materiali usati sono cemento, ferro e resine; il pavimento è stato ricoperto di piastrelle in ceramica effetto legno. Particolare attenzione è stata apportata agli isolamenti. I colori sono morbidi e neutri per lasciare una totale libertà creativa a questo spazio polifunzionale: proprio per queste finalità, lo spazio è dotato di impianto audio-visivo di ultima generazione con effetto cinema.
“Lo studio delle luci è stato di capitale importanza”, precisa l’architetto Pedoja, “per gli scopi prefissi da Alberto, un posizionamento ottimale a livello di illuminazione è assolutamente indispensabile”. La luce naturale diffusa dai lucernari può essere attenuata o completamente oscurata azionando i teli elettrici telecomandati.
L’entrata riporta il disegno grafico creato da Erika Porta, a capo dello Studio Cherries: una parentesi ‘aperta’ a tutto, simbolo della filosofia e la polifunzionalità dello spazio.

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